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L’INTEGRAZIONE DELL’ALUNNO IN SITUAZIONE DI HANDICAP CON L’ATTIVITA’ MOTORIA IN OTTO LEZIONI

di Marco Paolo Dellabiancia                                                                             

Lezione 1) Quadro educativo e Scala dello sviluppo motorio                                   

L’alunno in situazione di handicap presenta spesso delle carenze nell’ambito motorio e psicomotorio, anche quando non appartiene dichiaratamente alla categoria dei "disabili motori". Si tratta in genere di tutto un complesso di carenze nella padronanza del corpo che si manifesta sia nell’assumere e mantenere una postura corretta e adeguata alla situazione, sia nell’ideare e attuare un’azione precisa ed efficace per conseguire uno scopo, sia nel comprendere e/o compiere un gesto espressivo e comunicativo per rapportarsi all’altro.

Tale condizione sovente nella Diagnosi funzionale non emerge, perché dipendente non da fattori "organici" o "strutturali" come nel "motu leso", ma più semplicemente da carenze di abilità motoria (fattori funzionali) o psicomotoria cognitiva (fattori cognitivi) e relazionale (fattori relazionali). In tal senso diventa anche difficile che abbia evidenza nel Profilo Dinamico e, quando anche l’ottiene, comunque assume una posizione trascurabile nel primo bilancio di abilità - disabilità della situazione affermata e poi scompare del tutto in quella previsionale dello sviluppo potenziale.

L’effetto di tutto ciò è che il docente di sostegno e il consiglio di classe, quando si trovano in questo frangente, per lo più trascurano di realizzare un intervento facilmente attuabile nella scuola di induzione dell’apprendimento motorio (del tutto spontaneo per l’alunno, ma risultato di un intervento intenzionale accuratamente progettato dai docenti), con l’effetto di rinunciare ad un sensibile miglioramento delle azioni e dei gesti e per di più, sovente, anche di un contesto strutturato in modo interattivo e collaborativo dal gioco motorio, immaginativo/simbolico, di ruoli e regole, presportivo ecc. (che quindi ha anche altre valenze educative in assoluto importanti per l’alunno h di cui, pur essendone pienamente consapevoli, in questa occasione però non intendiamo interessarci).

E invece bisogna favorire la presa di coscienza dei docenti di sostegno e di classe e la loro dotazione professionale anche in questo settore, perché possano pienamente collaborare prima alla descrizione del Profilo Dinamico anche lungo questo asse e gli altri che gli sono connessi (poiché non sempre l’équipe medica è attrezzata in questo settore e perché quasi mai l’osservazione medica si serve di contesti ludicomotori) e poi alla individuazione delle potenzialità (anch’essa spesso non affrontata delle équipe mediche). Tutto ciò andrebbe fatto per molti motivi, a cominciare, si potrebbe dire, da quello relativo al "diritto allo studio" dell’alunno in situazione di handicap, ma più semplicemente qui si vuol evidenziare l’importanza strategica del mezzo motorio e psicomotorio quale strumento fondamentale, potenzialmente interdisciplinare (a cominciare dalla dimensione dei linguaggi non verbali), che permette di incidere globalmente nella relazionalità come nell’espressività, ovvero nella cognizione come nella comunicazione.

Per dare attuazione a queste prospettive, però, occorre uno strumento di Osservazione della dimensione motoria e psicomotoria . A tale scopo si è predisposta una Scala di sviluppo della funzione motoria (Dellabiancia M. P., Irrsae del Veneto 1998) che verrà descritta analiticamente successivamente in relazione alle appropriate azioni didattiche. Per il momento se ne propone una visione sinottica  con i soli indicatori (cioè i titoli specifici dei vari sottosettori) al quadro n. 1, dove si individuano quattro settori generali della funzione motoria:

Quadro 1: SCALA DI SVILUPPO DELLA FUNZIONE MOTORIA da cui trarre una tassonomia generale degli obiettivi dell’educazione motoria e psicomotoria

1 Abilità sensomotorie

2 Abilità percettive e ideomotorie

3 Operazioni logiche, infralogiche e linguistiche

Prassie dei sistemi
     simbolico-culturali

 

1 Catena ortostatica ed equilibrio statico

 

2 Deambulazione, salto

corsa ed equilibrio dinamico

1 Organizz. schema cor-

poreo, gnosoprassie sem-plici e conosc. del corpo

2 Organizz. percezione e riconoscimento visivo

3 Organizz. percezione,

1 Operaz. Infralogiche:

- orientamento e orga-

nizzazione spazio-

temporale

- comprensione e or-

ganizzazione causa-

effetto

 

 

1 Prassie dei sistemi sim-

     bolici:

- motorio-sportive

-  costruttivo-manipolative

    

 

3 Traslocazioni, trasporto e altre prassie

 

4  Prese e prima manualità

riconoscimento uditivo e facili gnosoprass. uditive

4 Percez. tattile e sempli-ci gnosoprass. tattili negli spazi manipolativo e ge-stuale

5 Integraz. visivomotoria

 

 

2 Operaz. Logiche:

discriminare. accop- piare, classificare, or-

dinare e seriare, quan-tificare, geometrizzare

- iconico-visuali

- sonoro-musicali

- d’espressione, anima-

        zione e drammatico-

        teatrali

 

5 Dominanza manuale e manualità complessa

e gnosoprassie gestuali

6 Integraz. visivomani-polativa, gnosoprass. co-struttive e grafismo

 

  3 Operaz. Espressivo-Comunicative coi linguaggi non verbali:

2 Prassie della vita quoti-

diana:

- autonomia personale

- relazione e socializzaz.

- di vita domestica

 

6 Manipolazione e prime gnosoprassie costruttive

 

7 Coord. oculomanuale e oculopodalica complesse

8 Integraz. sonoromot.

9 Gnosoprassie compl.

nello spazio deambul.

- comprensione di mes-

saggi gestuali e non

verbali (mediati),

- produzione di messag-

gi gestuali e non verbali

(anche mediati da om-

bre, burattini ecc.)

- di vita scolastica

- di vita lavorativa

La prima sezione definisce quell'operatività SENSOMOTORIA che permette di raccogliere selettivamente elementi appartenenti al regno sensoriale qui specificatamente analizzato e cioè agli schemi senso-motori (percezione cinestesica e propriocettiva), ma non senza riferimenti alle immagini visive e alle tracce uditive, ed anche non separatamente ma a regni integrati, per elaborare percetti sensomotori (schemi) dotati di significato, contesto e finalità.

Si tratta di un passaggio molto significativo da una situazione inizialmente subìta (SENSIBILITà) ad una attivamente e intenzionalmente perseguita (PERCEZIONE) che viene generalmente  rappresentata, nella dimensione d'indagine della Neuropsicologia (A. R. Lurija), con il passaggio dalle aree sensoriali corticali primarie di proiezione  alle aree secondarie di associazione. Per il linguaggio verbale può risultare assimilabile (volendo fare un parallelo esplicativo ed anche un riferimento che possa servire da collegamento didattico) allo sviluppo della funzione di denominazione e alle prime e fondamentali concettualizzazioni e semantizzazioni ad essa connesse. Le operazioni più significative consistono, dunque, anche se a livelli esecutivi molto elementari nell'individuazione, riconoscimento e appaiamento degli schemi, nell'analisi e nella sintesi, nella ricostruzione e sviluppo della schematizzazione sensomotoria, fino alla sua differenziazione

La seconda sezione individua l'organizzazione progressiva dei percetti IDEOMOTORI, prima soltanto elaborati in quadri separati e in forme non diacronicamente interconnesse, ora in complessi percettivi continui come lo schema corporeo o ricorrenti come lo "script" (P. Boscolo), ovviamente attinenti prevalentemente all’area di segni non verbali qui studiati. In questa fase l'operatività mentale con memorizzazione e strutturazione di  vissuti, con  configurazione  di raggruppamenti di percetti, porta ad una  rappresentazione dinamica e ad una simbolizzazione più o meno realistica di sé e del mondo. Ad esempio per i segni iconici si può fare riferimento agli stadi evolutivi postschematici dello scarabocchio (V. Lowenfeld) e per i segni sonoro-musicali agli stadi relativi alla percezione e simbolizzazione dei ritmi (M. Stambak). L'operatività rappresentativa caratteristica di questo segmento è già intrinsecamente legata alla mediazione verbale e all’azione del contesto socio-culturale.

La terza sezione coglie ormai un'operatività mentale RAPPRESENTATIVOMOTORIA così fortemente avviata sulla strada della simbolizzazione da essere capace di codificare non solo l'esperienza sensopercettiva attuale, strutturandone i percetti, ma ormai anche immagini, schemi sensomotori e tracce sonore puramente mentali, cioè direttamente costruite dal soggetto senza bisogno dell'esperienza reale. Questi contenuti mentali sono utilizzati in un gruppo di OPERAZIONI (piagetiane) che possono attualizzarsi sia collocando le rappresentazioni nelle dimensioni continue infralogiche dello spazio-tempo e della causalità, sia, raffrontando le qualità dei percetti medesimi, nelle grandi categorie logico-matematiche piagetiane (classificazione, seriazione ecc.), sia, infine, attraverso lo sviluppo interconnesso del linguaggio verbale, costruendo i significati (L. S. Vygotskij) per la struttura profonda di pensiero su cui si viene definendo, mediante le incipienti competenze lessicale e morfosintattica, testuale e pragmatica, la struttura superficiale dell'enunciato (secondo il modello generativo-trasformazionale chomskyano).

La quarta sezione è quella che, mettendo un po' in disparte lo specifico del lavoro scolastico, si dedica più decisamente ai SISTEMI SIMBOLICO-CULTURALI dei gesti, delle immagini e dei suoni come raggruppamenti significativi di saperi, tecniche, abilità, atteggiamenti fruitivi e operativi della vita quotidiana e dei suoi diversi "ambienti", ovvero sono i sistemi di padronanza del gesto sportivo, del ballo, della danza e del mimo, oppure delle molte arti visive, dei mass media e della produzione artigianale, oppure della musica e del canto. Una miniera inesauribile di valori e significati, di azioni e strategie, di materiali e tecnologie, da cui desumere anche gran parte degli strumenti e dei contenuti dell'intervento formativo ed orientativo per l’alunno di scuola dell'obbligo in situazione di handicap fin dall’inizio, cioè fin dal lavoro di apprendimento delle competenze ai compiti inerenti le abilità della prima sezione.

I quattro settori infatti hanno, in riferimento all’arco oggettivo dello sviluppo dell’individuo medio, un preciso senso di progressione (logica), per la necessaria concatenazione evolutiva delle strutture motorie che costituiscono filiazione ciascuna della precedente (da qui l’esigenza della scala di misura anche per situare con adeguatezza il livello dell’intervento scolastico), ma quando vengono utilizzati come contenuti e materiali del lavoro didattico nella scuola, sono realtà culturali pienamente autonome che vivono di una propria progressione (fenomenologica e psicologica), implicando soltanto il rispetto di livelli diversificati di osservazione e valutazione in conseguenza dell’appropriata applicazione alla fase di sviluppo caratteristica del singolo individuo.

 

Lezione 2) Abilità sensomotorie e motorioprassiche elementari                             

Per verificare lo sviluppo delle abilità sensomotorie dell’alunno in situazione di handicap (le abilità motorie e psicomotorie più elementari che generalmente caratterizzano al 90 % il repertorio del bambino che entra nella scuola materna), è necessario predisporre semplici compiti, possibilmente in forma di gioco e in interazione con altri alunni nei piccoli gruppi di lavoro, sulla base dei descrittori qui riportati nella "Prima sezione della Scala di sviluppo delle abilità motorie" e apprezzare la riuscita dell’alunno nell’esecuzione del compito. Quando questi realizza con spontaneità e immediatezza il movimento complessivo richiesto, è evidente che il suo sviluppo motorio ha raggiunto la competenza in esame; se invece l’alunno non consegue il risultato richiesto, perché non capace, il compito descritto dalla scala di sviluppo diventa un obiettivo didattico su cui indirizzare l’apprendimento motorio.

Esaurita la verifica, seguendo le prove inerenti a tutti i singoli descrittori componenti di ciascuno dei sei indicatori che costituiscono la sezione sensomotoria (Ortostatismo, Deambulazione, Traslocazione, Presa, Dominanza manuale, Manipolazione), si possiedono contemporaneamente un profilo dello sviluppo sensomotorio acquisito dall’alunno in situazione di handicap (dal lato dei compiti superati) e un profilo di carenze sensomotorie (dal lato dei compiti non superati) lungo tutta la scala. Definito così il livello di sviluppo affermato, per procedere nel suo lavoro didattico il docente deve ancora: a) definire l’area dello sviluppo potenziale e b) conseguentemente approntare gli itinerari di apprendimento individualizzato.

L’area dello sviluppo potenziale è quell’ambito della competenza motoria che autonomamente l’alunno non ha ancora acquisito e tuttavia si può considerare alla sua portata mediante l’intervento di aiuto del docente o dei compagni. In un certo senso l’area potenziale è espressione dell’intenzionalità pedagogica del docente o dell’altro generalizzato con cui si rapporta il soggetto in situazione di handicap. E, secondo quanto è stato già detto circa il profilo delle carenze, è facilmente realizzabile come interpretazione del passaggio tra i due profili mediante l’interposizione di altri livelli di prestazione ai compiti desunti dai descrittori della scala. Infatti, trattandosi di abilità motorie generalmente si sarebbe portati a classificare l’esito della singola prova, definita dal docente con riferimento al descrittore, su due livelli alternativi: quelli di riuscita e di non riuscita.

Tuttavia nell’ottica della definizione dell’area potenziale di sviluppo anche la scala è uno strumento sottoposto alle finalità pedagogiche, perciò ci si deve sforzare di individuare altri livelli di riuscita, inserendo tra i due estremi già indicati anche altri intermedi che possono così graduare propriamente quest’area potenziale (oltreché definire una vera e propria metodologia d’intervento). Così nel senso che va dalla riuscita consolidata alla non riuscita, si propone di individuare: una riuscita autonoma ma non consolidata (quando il compito è pure eseguito autonomamente, ma riesce nel 33% dei casi soltanto); poi la riuscita mediante aiuto non fisico (quando il docente o il compagno intervengono solo con l’esempio o la verbalizzazione, sostenendo perciò l’ideazione autonoma dell’alunno); per finire col livello di riuscita mediante aiuto fisico (quando il docente o il compagno intervenendo con l’iniziare l’azione dell’alunno, o con il suo sostegno nel corso dell’atto, contribuiscono a costruire o ricostruire direttamente i percetti sensomotori dello schema d’azione ).

I percorsi didattici, ovviamente, sono definiti dalla parte della scala che rimane da acquisire all’apprendimento dell’alunno e partendo dalla prova che non è ancora stata valutata col livello di riuscita consolidata. I percorsi si struttureranno, a seconda delle scelte del docente, sugli obiettivi finali (programmazione per obiettivi), ovvero sulle mappe cognitive (programmazione per concetti), ovvero su una struttura narrativa e d’animazione continua (programmazione per sfondo integratore), comunque devono realizzarsi attraverso una struttura d’interazione (docente, coppia, piccolo gruppo, classe, interclasse ecc.) poiché il versante ancora potenziale dell’area di sviluppo può divenire acquisibile solo mediante la transazione con l’altro generalizzato. Perciò il percorso deve risultare accuratamente progettato e condiviso dal gruppo dei docenti e degli alunni coinvolti.

A questo punto si possono definire sinteticamente alcuni materiali e contenuti che, per comodità, saranno riferiti ai singoli indicatori mantenendo la numerazione che i medesimi riportano sulla scala:

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PRIMA SEZIONE DELLA SCALA DI SVILUPPO DELLE ABILITA’ MOTORIE

Abilità senso-motorie e motorio-prassiche elementari

     1    Ortostatismo ed equilibrio statico

  1. Sa rotolare dal decubito supino al decubito pron
  2. Sa sollevare il capo e rizzare le braccia dal decubito prono
  3. Sa traslocare in reptazione (strisciando il corpo al suolo)
  4. Sa traslocare in quadrupedia (appoggiando mani e ginocchia)
  5. Sa dal decubito supino mettersi seduto
  6. Sa stare seduto senza appoggio
  7. Sa stare in piedi senza sorreggersi
  8. Sa stare in equilibrio per 6 secondi sulla punta dei piedi
  9. Sa stare in equilibrio per 6 secondi su di un solo piede (destro e sinistro)
    2     Deambulazione, salto, corsa ed equilibrio dinamico
  1. Sa camminare in avanti sollevando i piedi (su una linea tracciata al suolo)
  2. Sa camminare all'indietro (idem come sopra, cioè sollevando i piedi su una linea tracciata al suolo)
  3. Sa camminare lateralmente (a destra e a sinistra) a passi successivi (idem)
  4. Sa camminare lateralmente a passi incrociati avanti e dietro (idem)
  5. Sa saltellare a piedi pari sul posto
  6. Sa saltellare su un piede solo (sinistro e destro) sul posto
  7. Sa saltellare alternando i piedi sul posto
  8. Sa saltellare a piedi pari spostandosi in avanti, indietro e lateralmente (su una linea tracciata al suolo)
  9. Sa correre in avanti (su una linea tracciata al suolo)
  10. Sa correre indietro (idem)
  11. Sa correre lateralmente (a destra e a sinistra) a balzi successivi (idem)
  12. Sa correre lateralmente a balzi incrociati avanti e dietro (idem)
  1. Traslocazione, trasporto e altre prassie
  1. Sa salire le scale riunendo i piedi ad ogni gradino senza appoggio
  2. Sa salire le scale alternando i piedi
  3. Sa scendere le scale riunendo i piedi ad ogni gradino senza appoggio
  4. Sa scendere le scale alternando i piedi
  5. Sa salire le scale di corsa
  6. Sa scendere le scale di corsa
  7. Sa trasportare oggetti da un posto all'altro
  8. Sa spingere un ostacolo voluminoso
  9. Sa tirare un oggetto voluminoso dotato di una presa, un appiglio o il capo di una fune
  1. Prese e prima manualità
  1. Sa raccogliere e tirare a sé più oggetti con una mano disposta a cucchiaio o con le dita a rastrello
  2. Sa afferrare un oggetto con tutta una mano (grandi blocchi da costruzione)
  3. Sa accartocciare la carta con le due mani
  4. Sa prendere due piccoli oggetti (bastoncini o palline) con una sola mano
  5. Sa afferrare un oggetto voluminoso con le due mani
  6. Sa afferrare piccoli oggetti (spilli) uno alla volta con due dita (pollice e indice) a pinza di una mano
  7. Sa infilare un anello rigido in un’asta rigida con una mano
  8. Sa impugnare correttamente una matita (idem)
  1. Dominanza manuale e manualità complessa

  1. Sa usare spontaneamente sempre la medesima mano dominante per compiti difficili (come tutti quelli che precedono e seguono)
  2. Sa inserire con una mano piccoli oggetti (bulloni, semi di mais) in un recipiente con un’apertura stretta (bottiglia) tenuto nell’altra
  3. Sa infilare con una mano un tubo rigido in un’asta flessibile (filo elettrico grosso) tenuto dall’altra
  4. Sa infilare con una mano in un filo abbastanza rigido (bava da pescatore) perline tenute nell’altra
  5. Sa infilare con una mano il filo nella cruna di un ago tenuto dall’altra
  6. Sa versare sabbia da un contenitore tenuto da una mano ad un altro tenuto dall'altra
  7. Sa versare riso da un contenitore all'altro (idem)
  8. Sa versare acqua da un recipiente all'altro (idem)
  9. Sa allacciare le stringhe delle scarpe
  1. Manipolazione e prime gnosoprassie costruttive
  1. Sa manipolare plastilina a piene mani per realizzare forme sferiche o schiacciate grossolane
  2. Sa arrotolare plastilina col palmo sul tavolo per realizzare forme cilindriche grossolane
  3. Sa arrotolare plastilina coi polpastrelli sul tavolo per realizzare forme cilindriche minute
  4. Sa arrotolare plastilina tra pollice e indice per realizzare forme sferiche minute
  5. Sa eseguire facili incastri con il materiale Lego normale
  6. Sa sovrapporre fino a sei mattoni o cubi (senza incastri)
  7. Sa arrotolare su di sé un foglio di cartoncino
  8. Sa piegare in quattro (con due piegature perpendicolari) un foglio di carta
  9. Sa strappare un foglio di carta in tanti pezzi
  10. Sa avvitare e svitare fino in fondo un piccolo coperchio
  11. Sa tagliare liberamente la carta per farne pezzetti
  12. Sa incollare pezzetti di carta su un foglio

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Lezione 3) Abilità percettivo e ideo-motorie (prima parte)                                       

In questo paragrafo si presentano i primi indicatori della seconda sezione della "Scala di sviluppo delle abilità motorie". Si tratta di quei complessi percettivo-rappresentativi che costituiscono l’evoluzione dei primi schemi sensomotori e rappresentano gran parte del lavoro motorio e psicomotorio dei docenti che stanno integrando un alunno in situazione di medio handicap con carenze in tale ambito (talvolta anche non rilevate nella Diagnosi e nel Profilo Dinamico) nella classe normale di scuola di base. Questi schemi determinano una prima comprensione non elementare di sé e della realtà e soprattutto costituiscono i prerequisiti cognitivomotori per le operazioni logiche, infralogiche e linguistiche del successivo livello (infatti descrivono le abilità con cui l’alunno esce dalla scuola materna ed entra nella scuola primaria). I descrittori presi in considerazione in questa prima parte sono definiti prevalentemente per singoli regni percettivi, mentre nella seconda parte saranno presi in considerazione le integrazioni fra i vari regni e le gnosoprassie conseguenti.

Si fa riferimento, ovviamente, a quanto già indicato in precedenza circa le modalità di evidenziazione intenzionale dell’area motoria di sviluppo potenziale dell’alunno, dove si situa la previsione dell’evoluzione a breve e medio termine (oggetto del Profilo e materiale di lavoro per il Piano), come pure la necessità metodologica di sviluppare le attività didattiche mettendo l’alunno in condizione di operare transazioni comunicative con l’altro generalizzato (il docente, un compagno o un gruppo piccolo o grande di compagni, a seconda delle caratteristiche dei materiali e dell’organizzazione educativa della classe e della scuola).

Le esercitazioni per favorire l’apprendimento dell’alunno, dunque, conservando come riferimento il numero dell’indicatore desunto dalla scala, sono :


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PRIMA PARTE DELLA SECONDA SEZIONE DELLA SCALA DI SVILUPPO DELLE ABILITA’ MOTORIE

Abilità percettivo e ideo-motorie

1. Organizzazione dello schema corporeo, gnosoprassie corporee semplici e conoscenza del corpo

  1. Sa localizzare dove è stato toccato (a occhi chiusi o bendati)
  2. Sa riassumere, da bendato e senza cambiare stazione, la medesima posizione del corpo (flesso, torto, inclinato) che gli è stata fatta assumere in precedenza
  3. Sa riassumere da bendato la medesima posizione degli arti superiori o/e inferiori che gli è stata fatta assumere in precedenza, pur mantenendo la medesima stazione
  4. Sa passare da una stazione all’altra (eretta, seduta, in ginocchio, raccolta, in decubito) a occhi chiusi
  5. Sa memorizzare fino a tre stazioni assunte in precedenza 
  6. Sa imitare a specchio semplici gesti o spostamenti proposti da chi gli si trova di fronte
  7. Sa memorizzare fino a tre gesti proposti dal compagno
  8. Sa riconoscere le parti del viso su sé stesso, su altri, su figure
  9. Sa riconoscere le parti del corpo (idem)
  10. Sa ricostruire il corpo umano congiungendo figure distinte delle varie parti
  11. Sa individuare le più semplici funzioni delle principali parti del viso e del corpo
  12. Sa riconoscere destra e sinistra su di sé
  1. Organizzazione della percezione e riconoscimento visivo
  1. Sa seguire con lo sguardo elementi che si muovono nel suo spazio visivo
  2. Sa utilizzare con assiduità il medesimo occhio preferenziale per traguardare da un foro, o guardare nel canocchiale o prendere la mira
  3. Sa discriminare per colore (tra 6/9 elementi di tre colori diversi)
  4. Sa riconoscere i colori fondamentali
  5. Sa discriminare per forma (tra 6/9 elementi di tre forme diverse)
  6. Sa riconoscere le principali figure geometriche piane
  7. Sa riconoscere le principali figure geometriche solide
  8. Sa riconoscere le forme più semplici presenti nel suo ambiente
  9. Sa memorizzare fino a tre colori / forme / figure / solidi discriminati in precedenza
  10. Sa discriminare per una dimensione (grandezza, larghezza, altezza, spessore) tra due elementi
  11. Sa discriminare per una dimensione (idem) tra tre elementi
  12. Sa riconoscere in un insieme di oggetti (figure) uguali l'oggetto (figura) diverso
  13. Sa individuare in una serie di figure disposte tutte nello stesso modo quella che ha posizione diversa
  14. Sa individuare per colore o forma o grandezza su invito verbale un oggetto da un raggruppamento di oggetti diversi
  1. Organizzazione della percezione, riconoscimento uditivo e facili gnosoprassie uditive
  1. Sa indicare ad occhi chiusi la direzione della fonte del suono
  2. Sa utilizzare con assiduità il medesimo orecchio preferenziale per ascoltare suoni fievoli o lontani
  3. Sa discriminare per intensità tra due suoni di diversa intensità
  4. Sa discriminare per durata tra due suoni di diversa durata
  5. Sa riconoscere ad occhi chiusi singoli suoni quotidiani (voci di familiari, azioni rumorose; rumori di strumenti di lavoro e di vita domestica, grida e comportamenti rumorosi di animali ecc.)
  6. Sa memorizzare fino a tre suoni diversi ascoltati in precedenza
  7. Sa ripetere i principali fonemi della lingua italiana
  8. Sa ripetere brevi cadenze e semplici ritmi battendo le mani
  9. Sa sincronizzare il movimento spontaneo del corpo (tipo ballo libero) su guida musicale
  10. Sa ricostruire le tracce uditive dei principali percorsi quotidiani

     4.  Percezione tattile e semplici gnosoprassie tattili nello spazio manipolativo e gestuale

  1. Sa identificare a occhi chiusi o bendati dopo manipolazione le qualità principali degli oggetti (grande/piccolo, freddo/caldo, liscio/ruvido, spesso/sottile, pesante/leggero, pieno/vuoto, duro/molle, bagnato/asciutto, rigido/elastico)
  2. Sa scegliere ad occhi chiusi o bendati un oggetto precisato tra alcuni differenti
  3. Sa individuare ad occhi chiusi o bendati di quale oggetto si tratta dopo averlo manipolato
  4. Sa compiere un’azione semplice (composta di 4 movimenti) a occhi chiusi o bendati dopo averlo fatto a occhi aperti
  5. Sa scomporre a occhi chiusi un oggetto semplice dopo averlo fatto a occhi aperti
  6. Sa individuare senza ampia ricerca manuale e ad occhi chiusi o bendati la disposizione di un oggetto sul piano di lavoro nello spazio manipolativo (spazio delimitato dall’apertura delle braccia da seduto al tavolo) dopo averlo ivi collocato in precedenza
  7. Sa individuare a occhi chiusi o bendati dopo ricerca manuale la forma di un raggruppamento di 4/6 grandi blocchi o mattoni disposti sul piano di lavoro nello spazio manipolativo
  8. Sa individuare senza ampia ricerca manuale e ad occhi chiusi o bendati la disposizione di un oggetto sul piano di lavoro nello spazio gestuale (spazio delimitato dall’apertura delle braccia e dallo spostamento di un piede da eretti) dopo averlo ivi collocato in precedenza
  9. Sa individuare a occhi chiusi o bendati dopo ricerca gestuale la forma di un raggruppamento di 4/6 banchi scolastici o scatoloni disposti nello spazio gestuale antistante
  10. Sa compiere un’azione complessa (composta di 7 movimenti) a occhi chiusi o bendato dopo averlo fatto a occhi aperti
  11. Sa scomporre a occhi chiusi un oggetto complesso dopo averlo fatto a occhi aperti

5 Percezione gustativa/olfattiva

- omissis -

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Lezione 4) Abilità percettivo e ideo-motorie (seconda parte)                                       

Con questo paragrafo si conclude l’analisi della seconda sezione della "Scala di sviluppo delle abilità motorie" che è stata iniziata nel precedente, allo scopo di fornire una guida nella individuazione dell’area di sviluppo motorio e psicomotorio potenziale degli alunni in situazione di handicap nella scuola di base, spesso non rilevato nel Profilo Dinamico con l’esito conclusivo di sottrarre quest’area operativa al Piano di lavoro Individualizzato. Nella scala si determinano gli indicatori dei principali complessi ideomotori che integrano il gesto e l’azione nei diversi regni percettivi, venendo a delimitare un livello di gnosoprassia intermedio tra quello sensomotorio  (che dipende ancora in prevalenza dalla sensopercezione, anche se dotato già globalmente di significato, contesto e finalità) e quello rappresentativomotorio (dove la motricità integrata è il risultato dell’operatività mentale logica, infralogica e linguistica).

Le esercitazioni per facilitare e guidare l’apprendimento dell’alunno, conservando come riferimento il numero dell’indicatore riportato dalla scala, sono :

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SECONDA PARTE DELLA SECONDA SEZIONE DELLA SCALA DI SVILUPPO DELLE ABILITA’ MOTORIE

Abilità percettivo e ideo-motorie

6 Integrazione visivomotoria nella deambulazione

  1. Sa camminare (avanti, dietro, lateralmente) scavalcando piccoli ostacoli o posando i piedi tra spazi delimitati da strisce disegnate a terra in senso perpendicolare alla direzione di marcia
  2. Sa seguire un percorso tracciato al suolo (con tre cambi di direzione)
  3. Sa camminare su percorso precisato dallo spostamento degli altri, rispettando il turno, adattando il proprio al movimento degli altri
  4. Sa camminare liberamente evitando gli ostacoli o gli spostamenti liberi degli altri
  5. Sa saltare a piedi pari staccando da un punto precisato dopo breve rincorsa camminata (3/4 passi)
  6. Sa correre scavalcando piccoli ostacoli o posando i piedi tra spazi delimitati da strisce disegnate a terra in senso perpendicolare alla direzione di marcia
  7. Sa correre liberamente aggirando o evitando correttamente gli ostacoli o gli spostamenti degli altri in libera direzione
  8. Sa correre su percorso e a turno precisati adattandosi allo spostamento degli altri

7 Integrazione visivomanipolativa, gnosoprassie costruttive e grafismo

  1. Sa strappare la carta seguendo i contorni di una sagoma semplice
  2. Sa colorare una semplice figura rispettando i margini
  3. Sa ritagliare correttamente con le forbici sagome semplici
  4. Sa ricomporre secondo un modello semplici costruzioni con pochi pezzi
  5. Sa unire col dito due punti tracciando una linea orizzontale immaginaria
  6. Sa seguire col dito anelli e spirali in senso antiorario disegnati sul foglio
  7. Sa seguire con una matita il contorno di una figura posata sul foglio
  8. Sa completare una figura tratteggiata
  9. Sa ricopiare con la matita, conservando i rapporti topologici principali, una successione di tre semplici figure (anche lettere in stampato maiuscolo) di cui due tra loro tangenti
  10. Sa ricopiare semplici parole in corsivo
  11. Sa ricopiare semplici parole in corsivo e simboli numerici

8 Coordinazione oculomanuale e oculopodalica complesse

  1. Sa lanciare da fermo in un bersaglio dal diametro di cm 60 posto a m. 2,5 di distanza ad un’altezza di m. 1,5 una palla grande usando entrambe le mani
  2. Sa lanciare da fermo in un bersaglio (idem) una palla piccola usando la mano dominante
  3. Sa palleggiare la palla a terra con la mano preferita sul posto
  4. Sa palleggiare la palla a terra con la mano preferita camminando per m. 6
  5. Sa afferrare da fermo con entrambe le mani una palla grande lanciatagli da m. 2,5
  6. Sa calciare una palla ferma col piede dominante in un bersaglio di m. 1 x 0,60 a terra distante m. 4
  7. Sa afferrare da fermo con la mano dominante una palla piccola lanciatagli da m. 2,5
  8. Sa palleggiare la palla a terra alternando le mani e camminando per m. 10 con 4 cambi di direzione
  9. Sa colpire da fermo e al volo con mano aperta o racchetta da mano o tamburello una pallina lanciata da m. 2,5 per respingerla contro un bersaglio di m. 2 x 1 disposto a m. 4 all’altezza di m. 1 da terra
  10. Sa lanciare in un bersaglio ed afferrare una palla grande con due mani mentre si sposta correndo
  11. Sa calciare una palla rotolante col piede dominante in un bersaglio di m. 1 x 0,60 a terra a m. 4
  12. Sa afferrare con la mano dominante al volo una piccola palla mentre corre

9 Integrazione sonoromotoria e gnosoprassie gestuali semplici

  1. Sa camminare avanti e dietro o lateralmente a passi successivi o incrociati a cadenza precisata
  2. Sa riprodurre semplici ritmi da seduto battendo i piedi al suolo
  3. Sa combinare in successione passi, giri e salti a cadenza precisata
  4. Sa combinare in simultaneità passi, o giri, o salti con movimenti degli arti superiori su semplici ritmi
  5. Sa memorizzare le combinazioni eseguite fino a 20 tempi

10 Gnosoprassie motorie complesse nello spazio deambulatorio

  1. Sa orientare il passo nelle direzioni ortogonali (angolo esterno) a occhi chiusi o bendato
  2. Sa dirigersi verso un punto vicino, ma non collocato davanti a sé, dopo averlo ben osservato prima di chiudere gli occhi o di venir bendato
  3. Sa descrivere o disegnare, dopo averla perlustrata al tatto standovi dentro a occhi chiusi o bendato, la figura disegnata dalla disposizione agli angoli di tre compagni che sostengono con la vita internamente (angolo interno) una corda lunga m.5,50 (o un elastico di pari lunghezza)
  4. Sa memorizzare (e ripetere bendato) un percorso tracciato al suolo (con tre cambi di direzione)
  5. Sa memorizzare (e ripetere al contrario e da bendato) un percorso tracciato al suolo (idem)

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Lezione 5) Gnosoprassie spazio-temporali  (prima parte)                                            

Con questo paragrafo si apre l’analisi della terza  sezione della "Scala di sviluppo delle abilità motorie" che, per l’importanza degli argomenti trattati, vedrà  ben tre interventi. In questa sezione, infatti, i complessi sensopercettivi  del corpo, del gesto e dell’azione già sviluppati nelle sezioni  precedenti si sottopongono all’elaborazione mentale delle operazioni  logiche (confronti e raggruppamenti sulle qualità degli oggetti), infralogiche (organizzazione degli atti e delle loro rappresentazioni mentali nelle dimensioni continue del tempo, dello spazio e della causalità) e linguistiche (codifica e produzione del proprio pensiero in enunciati e decodifica e comprensione dei medesimi prodotti dall’altro) che caratterizzano il repertorio di abilità dell’allievo pienamente entrato nella fase delle operazioni concrete piagettiane (all’incirca agli 8/9 anni). E poiché ci stiamo occupando di motricità e psicomotricità, non verranno analizzati gli indicatori centrati sulle operazioni mentali che utilizzano soltanto in senso strumentale l’agire corporeo e motorio, come le competenze descritte nelle sottosezioni logica e linguistica. Se, infatti, si riscontra una carenza motoria e psicomotoria in questi settori, l’attività di verifica della competenza e di progettazione didattica conseguente deve confluire sulle sezioni sottostanti della scala di sviluppo  (quella sensomotoria e quella percettivomotoria).

Come di consueto si descrivono di seguito i materiali e i contenuti che il docente dovrà utilizzare per favorire l’apprendimento dell’alunno conservando il riferimento numerico all’indicatore della scala:

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PRIMA PARTE DELLA TERZA SEZIONE DELLA SCALA DI SVILUPPO DELLE ABILITA’ MOTORIE

Operazioni logiche

- omissis -

Operazioni infralogiche

1 Orientamento dell’azione e della persona nel tempo

  1. Sa compiere al contrario un’azione semplice (composta  di 4 movimenti o stazioni o posizioni)
  2. Sa ricomporre un oggetto semplice (penna a sfera a scatti) dopo averlo smontato
  3. Sa ripetere al contrario l’imitazione anche speculare  di 4 gesti prodotti da chi gli sta di fronte
  4. Sa mimare una storia semplice (composta di 4 elementi narrativi) cominciando dalla fine
  5. Sa indicare con approssimazione (in riferimento alla vita quotidiana) la data, ovvero la stagione, ovvero l’ora della giornata
  6. Sa orientarsi nella sequenza dei mesi dell’anno e dei giorni della settimana
  7. Sa compiere al contrario un’azione complessa (composta  di 7 movimenti)
  8. Sa ricomporre un oggetto complesso dopo averlo smontato
  9. Sa ripetere al contrario l’imitazione speculare di 7  gesti prodotti da chi gli sta di fronte
  10. Sa mimare una storia complessa (composta di 7 elementi narrativi) cominciando dalla fine

2 Orientamento dell’azione e del gesto nello spazio

  1. Sa eseguire semplici spostamenti e facili azioni asimmetriche su richiesta verbale con precisazione di direzioni centrate sul suo orientamento (davanti a sé ecc.)
  2. Sa ricostruire i rapporti di 2.1 su di un reticolo (tabella a doppia entrata) con prima indicazione di coordinate
  3. Sa assumere facili posizioni proiettive (davanti/dietro, sopra/sotto), topologiche (dentro/fuori/sulla barriera, a contatto/staccato, in ordine/sparso) e metriche (vicino/lontano) riferite all’orientamento dei compagni o degli oggetti (davanti all’altro ecc.)
  4. Sa individuare le posizioni di 2.3 (posizioni reciproche di due compagni o di due oggetti) su figure
  5. Sa riconoscere destra e sinistra negli altri o nelle figure
  6. Sa indicare verbalmente e raffigurare col disegno le posizioni reciproche di due compagni o di due oggetti su tutti i rapporti di 2.3 e 2.5
  7. Sa ricostruire i rapporti di 2.6 su di un reticolo (tabella a doppia entrata)
  8. Sa disegnare la mappa della classe o di un altro ambiente conosciuto (con proiezione ortogonale)
  9. Sa imitare non specularmente un gesto asimmetrico eseguito di fronte

........................ seguono gli altri cinque descrittori di questa sottosezione delle Abilità infralogiche nel prossimo paragrafo.

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Lezione 6) Gnosoprassie spazio-temporali  (Seconda parte)

 

Con questo paragrafo si prosegue l’analisi del secondo Indicatore inerente all’operatività infralogica della terza sezione della "Scala di sviluppo delle abilità motorie". Come già detto, in questa sottosezione i complessi sensopercettivi  e rappresentativi già sviluppati in precedenza sono rielaborati dalle  operazioni mentali infralogiche (con ideazione, elaborazione gnosoprassica  e rappresentativa degli atti nelle dimensioni continue del tempo, dello spazio  e della causalità) ad un livello ancora globale, ma complesso rispetto alle richieste e ai compiti caratterizzanti l’intervento didattico sugli elementi delle sezioni precedenti.

In tal senso l’operatività mentale che comunque  è sempre riferita direttamente ai complessi sensopercettivi del corpo,  dell’azione e del gesto può utilizzare nella sua rappresentazione  codici di segni, strumentazioni e sussidi non usuali per il corredo tradizionale  del singolo docente disciplinare nella scuola secondaria, ma proprio in questo caso si rende palpabile,  dunque, come l’integrazione non possa procedere dall’intervento  educativo di un singolo docente di sostegno, ma possa e debba fare leva sull’intenzionalità  e sull’azione dell’intero consiglio di classe, trovando nel suo  seno il miglior referente disciplinare per la grafica e la riproduzione col  disegno, per le proiezioni ortogonali, per l’uso del linguaggio Logo,  per l’uso delle carte geografiche e degli strumenti di orientamento  ecc. cioè per tutti quegli elementi che risultano  coinvolti nel settore  dell’organizzazione spazio-temporale e in particolare nella sua dimensione  rappresentativa.

Come sempre si descrivono di seguito i materiali e i contenuti che si dovranno utilizzare per favorire l’apprendimento dell’alunno  nel passaggio dal livello attivo a quello rappresentativo. Tenendo presente  che l’operazione complessa di organizzazione spazio-temporale e causale  si può scomporre in operazioni elementari di Riconoscimento, Riproduzione dell'Orientamento, Ordinamento, Dimensionamento, Raggruppamento ecc. e che tali  operazioni vanno applicate 1) all’azione centrata sul proprio spazio  d’azione, 2) all’azione orientata sullo spazio d’azione  dell’altro, 3), all’azione strutturata sullo spazio operativo  e sullo spazio ambientale, geografico, culturale ecc., 4)  per finire all’azione organizzata prima sullo spazio collettivo d’azione  e poi alla collocazione di questo nello spazio operativo ed ambientale.

Mentre gran parte della dimensione attiva di tali operazioni è stata già definita a livello più elementare nei materiali didattici proposti per le precedenti sezioni (cui, ovviamente, si rimanda), qui si prende in considerazione specificatamente la terza area:

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SECONDA PARTE DELLA TERZA SEZIONE DELLA SCALA DI SVILUPPO DELLE ABILITA’ MOTORIE

Operazioni infralogiche

2 Orientamento dell’azione e del gesto nello spazio

                                     .................... prosegue dal precedente paragrafo

  1. Sa spostarsi nelle direzioni ortogonali in rapporto diretto o invertito (e non speculare) al movimento di chi gli sta di fronte
  2. Sa eseguire un percorso precisato su di una mappa spostandosi nello spazio scolastico (con attraversamento di tre ambienti diversi e vari cambi di direzione)
  3. Sa eseguire un percorso precisato su di una mappa spostandosi nello spazio ambientale conosciuto (parco della scuola o giardino del quartiere) con vari cambi di direzione e riconoscendo diversi elementi naturali di riferimento
  4. Sa ricostruire verbalmente e col disegno il percorso effettuato praticamente (sia in 2.10 che in 2.11) anche all’inverso
  5. Sa leggere la carta geografica
  6. Sa orientarsi con la bussola

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Lezione 7) Gnosoprassie spazio-temporali  (terza parte)                                       

Con questo paragrafo si conclude l’analisi del terzo Indicatore concernente l’Operatività infralogica della terza sezione della "Scala di sviluppo delle abilità motorie". In questa sottosezione, come abbiamo già visto negli altri paragrafi, i complessi sensopercettivi e rappresentativi già sviluppati nelle sezioni precedenti sono rielaborati ad un superiore livello dalle operazioni mentali infralogiche. Di particolare importanza, dunque l’attività di rappresentazione mentale degli atti nelle dimensioni continue del tempo, dello spazio e della causalità che può utilizzare una forma espressiva (medium) diversa a seconda che si voglia procedere lungo i diversi linguaggi (e rispettivi ambienti simbolico-culturali): non verbali (corporeo, iconico mentale, sonoro), verbali (parlato, scritto), multimediali (scritto e iconico contornuale, parlato e sonoro, gestuale e sonoro, cinematografico ecc.), informatico  (elementare, multimediale, interattivo).

Soltanto così l’operatività mentale che, comunque, in fase attiva è sempre riferita direttamente ai complessi sensopercettivi del corpo, dell’azione e del gesto, può contribuire, col continuo passaggio tra le due dimensioni rappresentativa e prassica e coi continui adattamenti anche nei significati che una tale transazione permette, all’acquisizione nell’area di sviluppo affermata di quella competenza motoria e psicomotoria che inizialmente è soltanto potenziale.

Come sempre si descrivono di seguito i materiali, ricordando che dopo aver approfondito l’azione centrata sul proprio spazio d’azione , l’azione orientata sullo spazio d’azione dell’altro e l’azione strutturata sullo spazio operativo e sullo spazio ambientale, geografico, culturale ecc., qui ci si riferisce all’azione organizzata sullo spazio collettivo d’azione con collocazione di questo nello spazio operativo ed ambientale:

A conclusione è necessario ricordare che nel curricolo dell'organizzazione spazio-temporale e causale si possono inserire numerose altre tematiche, come tutto il lavoro sui grafici (rappresentazioni di funzioni; operazioni sulle corrispondenze e simmetrie; rotazioni delle figure ecc.), oppure tutto il lavoro sulle dimensioni logiche (operazioni sugli insiemi e sulle classificazioni logiche; operazioni sulla probabilità e la statistica, ecc.), oppure tutto il lavoro sul calcolo (materiali multibase e operazioni aritmetiche, ecc.).

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TERZA PARTE DELLA TERZA SEZIONE DELLA SCALA DI SVILUPPO DELLE ABILITA’ MOTORIE

Operazioni infralogiche

  1. Organizzazione spazio-temporale e causale

  1. Sa inserirsi, rispettando la struttura spazio-temporale operativa del gruppo, in un’azione collettiva
  2. Sa individuare e utilizzare concetti spazio-temporali complessi per descrivere l’azione di 3.1 (velocità, orientamento, spinta, causa, effetto, punto di riferimento, contemporaneo, successivo, alternato ecc.)
  3. Sa inventare soluzioni spazio-temporali per risolvere compiti motori (di spostamento, trasporto e costruzione) e pratici (di organizzazione del gruppo)
  4. Sa rappresentare spontaneamente o formalmente (dopo apprendimento dei diagrammi di flusso) le sequenze di operazioni richieste dalle precedenti attività pratiche
  5. Sa utilizzare il reticolo di 2.6 all’elaboratore elettronico (col linguaggio Logo) per semplici simulazioni
  6. Sa disegnare la scomposizione di un oggetto (cfr. 1.2) con uso spontaneo di proiezioni espanse
  7. Sa costruire un modello tridimensionale dopo averne disegnato lo sviluppo bidimensionale su foglio
  8. Sa costruire un facile percorso sulla carta geografica utilizzando le coordinate e i tempi di percorrenza di facile calcolo

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Lezione 8) Abilità di espressione e comunicazione coi linguaggi motori  e psicomotori                   

Con questo intervento si conclude la rassegna sulle abilità  motorie e psicomotorie dell’alunno in situazione di handicap nella scuola media, predisposta analizzando una Scala di sviluppo della funzione motoria. In realtà si tralascia volutamente di approfondire la quarta sezione dedicata ai sistemi simbolico-culturali, perché nel primo raggruppamento di prassie si fa riferimento ad argomenti specifici dell’insegnamento secondario, mentre nel secondo si fa riferimento a campi di osservazione già approfonditamente discussi e descritti da numerosi interventi (basta considerare i materiali delle Edizioni Erikson  di Trento o le opere sull’argomento dei maggiori Autori).

L’attenzione è perciò riservata all’ultima parte della terza sezione della scala, quella che propone il linguaggio del movimento, in forma diretta e in forma mediata. Questa tematica è da un lato di sicura importanza nel progetto di insegnamento all’alunno in situazione di handicap (e del resto quanto detto è dimostrato dalla sempre maggior frequenza con cui la scuola la inserisce nella progettazione del Pei), perché è una delle poche capaci di attivare motivatamente l’apprendimento non solo per via induttiva e/o deduttiva, ma anche per via di metafora; tuttavia ancora non è nobilitata da un approfondimento teorico e accademico adeguato nella prospettiva dell’insegnamento scolastico, per cui i docenti della scuola devono per lo più rivolgersi a formazioni proposte da Enti e Associazioni esterne alla scuola o all’università e comunque non trovano sovente quanto sarebbe loro necessario.

Come sempre si danno di seguito alcune indicazioni operative:

Espressione spontanea in improvvisazione .

Il docente propone verbalmente mentre gli alunni improvvisano contemporaneamente e individualmente, poi a coppie e piccoli gruppi fino all'espressione collettiva di tutto il gruppo: il corpo come mezzo espressivo primario Il corpo dorme/ sta seduto/ sdraiato/ rannicchiato/ accucciato. Cammina/ saltella/ corre/ spinge/ tira/ trasporta. Si alza/ si piega/ si rimpicciolisce/ si dilata/ dondola/ danza. 'E allungato/ rigido/ rilassato/ contorto. 'E forte/ veloce/ stanco/ lento. 'E bambino/ giovane/ adulto/ vecchio. - Il corpo è albero/ collina/ montagna/ mare/ cavallo/ serpente/ uccello/ fiore/ roccia/ vortice/ orologio/ automobile/ ingranaggio/ automa. - Il corpo rifiuta/ chiede/ protegge/ implora/ prega/ disprezza. - Il corpo come ricchezza/ pesantezza/ potere/ paura/ pensiero/ divinità/ eroismo/ dignità.

Il viso come mezzo espressivo primario - Le mani come mezzo espressivo primario - Analogamente braccia/ spalle/ piedi/ gambe ecc. come mezzo espressivo primario. Lo sconfinamento nel fantastico è stimolato particolarmente dall'investimento indotto dalla maschera e dal trucco per il volto, dal costume per il corpo, da un supporto - attrezzo per il gesto. Da ciò tutta l'importanza di disporre dei materiali (anche non strutturati e soltanto occasionali come indumenti smessi, pezze di stoffa, cartoni usati ecc.) necessari e delle tecniche di costruzione dei medesimi. Dalla fase di induzione individuale (favorita dalla presenza di un oggetto per alunno), progressivamente si deve passare ad una fase collettiva al fine di sviluppare un vissuto di supporto all'immaginario condiviso dalla classe intera e su questo poi innestare le operazioni di analisi o di produzione individualizzate o di gruppo.

Espressione spontanea su fabulazione.

Per i più gravi è necessario partire con la fase espressiva solo dopo aver provocato una consistente sensibilizzazione del vissuto.- Dall'esperienza di una visita didattica, accanto alla costruzione di un'immagine culturale del corpo (già descritta), si può cercare di sviluppare un'immagine fantastica e creativa del corpo tramite l'espressione gestuale e progressivamente in sintesi con altri codici espressivo/comunicativi (tracciatura, colorazione, sagomatura plastica, ritaglio e incollaggio, assemblaggio e costruzione, rumorizzazione, sonorizzazione e vocalizzazione, espressione linguistica e multimediale). Un'altra dimensione che va perseguita progressivamente è quella che si caratterizza col passaggio dell'espressione individuale ad una sempre più collettiva e di gruppo, rispettando le dinamiche spontanee e favorendo le aggregazioni - Dallo spettacolo televisivo, cinematografico ecc. sviluppo di storie gestuali su narrazione del docente (fase espressiva), poi su ricostruzione narrativa dell'alunno (fase progettuale) e infine con invenzione di esiti o passaggi narrativi nuovi (fase inventiva). - Reinvestimento fantastico della palestra (dell'aula o del laboratorio) e dell'attrezzatura con l'uso delle storie come in "Ha scritto il mio amico Arcibaldo, Il treno, La foresta, Il circo, L'isola del tesoro" (da A. Imeroni e R. Margaira ’76) Costruzione delle prime storie da parte degli alunni con "Le carte storie", "Le parole sporgenti" (A. Canevaro ’83) o i materiali del "Progetto Elle. - Costruzione in gruppo di testi narrativi inventati dagli alunni, su temi storici, antropologici, religiosi, scientifici ecc.

Imitazione gestuale e mimo.

Gioco dello specchio e altri giochi imitativi. - Dopo adeguata osservazione dal vivo si imitano, prima individualmente poi a coppie e piccoli gruppi, i mestieri e i personaggi (anche di fantasia come il cow boy e il pellirosse visti al cinema), la natura e gli animali, la famiglia e la scuola. ~ Apprendimento del gesto mimico: 1) esercizi propedeutici (rilassamento, silenzio, spazio, vibrazione e articolarità). 2) Azione reale a corpo libero (camminare, gesticolare, esercitarsi ai grandi attrezzi) e poi riproduzione mimica rallentata o accelerata, scomposta (movimento a scatti dell'automa) o globalmente accennata, al massimo dell'ampiezza o al minimo. 3) Azione reale sull'oggetto da manipolare prima e azione mimata senza oggetto reale poi, individualmente, a coppie e a gruppi. 4) Giochi mimici individuali (caccia alla zanzara, vestirsi e svestirsi, l'ubriaco, l'aviatore) e a coppie (i pugili, i lottatori, guardia e ladro, guerra di palle di neve). 5) Azione collettiva di gruppo con legamento al vestito, poi con attrezzo in funzione di legamento (bacchetta, cerchio, funicella, elastico), infine senza legamento ma mantenendo il contatto corporeo (tiro alla fune, respingere il nemico e altri giochi di caccia e lotta di squadra). Tutte le esperienze di sensibilizzazione all'uso dell'oggetto, dello spazio e del corpo.- Scenette, azioni mimiche su testi inventati dagli alunni, mimo di poesie, racconti e cronache di Autori.

Animazione corporea.

Le statue. - Utilizzando semplici movimenti e azioni del corpo anche preacrobatici (come rotolamenti, giri e capovolte, reptazione e quadrupede) eseguiti in particolari modi (con legamenti, sostegni, trasporti) e secondo precisi tempi (simultanei, alternati, immersi, a farandola) per esprimere simbolicamente determinate caratteristiche delle cose, rappresentare fenomeni della natura come le onde del mare, il vento tra gli alberi, lo sbocciare di un fiore, il guizzare di una fiamma. - Ugualmente rappresentare le più semplici operazioni di preparazione del pane e del vino, o di lavorazione del ferro e del legno, e in genere di tutte le produzioni agricole e artigianali. Ugualmente rappresentare, fino alle più complesse operazioni, la produzione industriale come la costruzione di un'automobile alla catena di montaggio o all'automa.

Animazione delle ombre, delle marionette e dei burattini .

Giochi d'ombre col corpo proprio. Ricerca espressiva individuale (buio, luce, ombra e direzionalità delle proiezioni); piccole azioni a coppie e in gruppo per la costruzione dell’ombra complessa e collettiva. - Costruzione dei burattini e delle marionette. Giochi espressivi liberi.- Studio delle ombre con diversa disposizione dell'osservatore rispetto all'attore e al piano di proiezione. Studio della deformazione della sagoma del corpo, del travestimento, dell'incorporazione degli oggetti. - Lavoro in baracca e in teatrino. - Giochi con lo schermo

Drammatizzazione.

Le fiabe per bambini e i racconti popolari. - Testi di complessità (per la comprensione e produzione) adeguata alle capacità degli allievi. Più che indicare i contenuti che ciascun docente sarà in grado di decidere per proprio conto, mi sembra invece interessante ricordare i fondamentali elementi gestuali su cui avviare una esperienza di drammatizzazione: 1) l'azione del corpo e il gesto espressivo (cercare una sovrabbondanza di espressione: il gesto principale di una parte del corpo come il braccio nel saluto o il capo nel diniego deve essere supportato dall'espressione di tutto il resto del corpo. Cercare un'armonia generale del movimento: ripetere, per raggiungere fluidità e naturalezza, il gesto in andata e in ritorno o all'indietro, che solitamente risulta più difficile, creando un ciclo continuo per ogni singola azione che così può essere ripetuta all'infinito). 2) Il controllo dello spazio e il rispetto dei tempi (Cercare il collegamento con l'altro: ogni azione di un personaggio va rapportata a quella di un altro; estrapolato questo sistema duale dal contesto generale, si deve elaborare con ricerca di sincronizzazione e direzionalità reciproche. Cercare il collegamento con la scenografia: ogni azione deve riferirsi anche al contesto scenografico definito dall’insieme costituito di arredo, scena dorsale e laterale, distanza dal pubblico; l'atto deve dipanarsi in questo contesto con equilibrio e significazione).

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QUARTA PARTE DELLA TERZA SEZIONE E SINTESI DELL’ULTIMA SEZIONE DELLA SCALA DI SVILUPPO MOTORIO

Abilità linguistiche verbali

- omissis -

Abilità espressivo comunicative coi linguaggi non verbali

- omissis -

Abilità espressivo-comunicative coi linguaggi motori

  1. Abilità di comprensione

  1. Sa comprendere il significato di un gesto semplice, di un’espressione del viso, di un atteggiamento (dalla posizione del corpo, dalla sua posizione nel contesto e dalla distanza personale nella relazione comunicativa), di un personaggio (dalla maschera e dal costume)
  2. Sa comprendere il significato dei movimenti e delle azioni dei personaggi di burattini, marionette, cartoni animati, ombre ecc. anche in riferimento alla storia complessiva
  3. Sa comprendere globalmente una storia semplice raccontata coi gesti, o con i burattini e gli altri mezzi narrativi motorio-gestuali individuando i personaggi, i fatti principali e la morale (struttura della fiaba)
  4. Come 1.3 per storie complesse e con differenziazione delle relazioni interpersonali

2. Abilità di espressione e comunicazione gestuale

  1. Sa esprimersi con gesti semplici, atteggiamenti, espressioni
  2. Sa esprimersi con brevi testi gestuali o brevi animazioni  per raccontare una semplice storia
  3. Sa comunicare coi gesti un avvenimento rispettandone l’ordine logico
  4. Sa comunicare coi gesti promesse, ordini, dubbi, speranze ecc.
  5. Sa interpretare semplici ruoli in drammatizzazioni di storie, fiabe e racconti
  6. Sa interpretare con burattini, ombre ecc. animazioni di storie, fiabe e racconti
  7. Sa collaborare alla costruzione di drammatizzazioni e animazioni
  8. Sa condurre drammatizzazioni e animazioni organizzando gli altri

  La scala di sviluppo motorio, come più volte detto, si completa con alcuni campi di grande rilevanza  ciascuno dei quali merita un approfondimento a sé, sicuramente rappresentato  nella letteratura specifica. Qui si danno solo gli indicatori più generali per avviare i lettori alla ricerca:

 

PRASSIE DEI SISTEMI SIMBOLICO-CULTURALI

Prassie dei sistemi simbolici

Prassie motorio-sportive

Prassie costruttivo-manipolative

Prassie iconico-visuali

Prassie sonoro-musicali

Prassie d’espressione, animazione e drammatizzazione

- omissis -

Prassie di vita quotidiana

Prassie d'autonomia nella cura della persona

Prassie di relazione e socializzazione

                    Prassie di comunicazione

                    Prassie di vita domestica

                    Prassie di vita scolastica

                    Prassie di vita extrascolastica

                    - omissis -

Venezia,  settembre 1998                                                                 Marco Paolo Dellabiancia

 

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